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  Rassegna Stampa  -  RISATE AL 23° PIANO
 
data di pubblicazione:  
17/04/2008
nome testata articolo:  
http://teatrocombriccola.blogs
titolo articolo:  
Claudio Insegno ci offre un pò di "Risate al 23° piano"
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Al 23° piano di un grattacielo, sei persone lavorano come autori del Max Prince Show, un programma comico televisivo il cui protagonista è il famoso attore che dà il nome al programma. Come in tutti gli uffici, non tutti vanno d’accordo ma, un po’ per non perdere il posto di lavoro, un po’ per un certo affetto creatosi con il corso degli anni, tutti cercano di sopportare i difetti altrui e lavorare in armonia ecco perché, quando la BBC (nota rete televisiva americana) decide di prendere in mano le redini del programma imponendo tagli, cambiamenti e presunti licenziamenti, tutti vivono la situazione con non trascurabile fastidio. Il cast interprete della commedia di Neil Simon è eccellente; ogni attore merita grandi lodi e non è possibile stabilirne uno più bravo degli altri. Claudio Insegno–regista ha saputo dimostrare ancora una volta di avere buone capacità di tempi e situazioni comiche; riesce ad alzare i toni senza mai trasformare tutto in farsa pur creando condizioni assurde e paradossali. I momenti più irresistibili sono proprio quelli corali in cui ogni attore mostra una perfetta sintonia con il gruppo trasformando in comiche anche semplici scene. L’unica grande pecca di questo spettacolo è proprio il testo; chiunque penserebbe di andare sul sicuro puntando su Neil Simon e credere che la risata facile è assicurata invece, inaspettatamente dal nostro amato Neil, questo testo risultava essere molto fiacco, debole e talvolta addirittura lento. Più che risate al 23° piano, si dovrebbe parlare di sorrisi in quanto sono presenti molte battute ma di qualità discutibile e le uniche volte che si ride sono dovute alla bravura degli attori tanto che di applausi a scena aperta ce ne sono stati davvero pochi. È proprio questa nota dolente che farà precipitare molto in basso il voto dello spettacolo finale. Forse Claudio Insegno (o chi per lui) avrebbe dovuto scegliere qualcos’altro di Simon ma, alla fin fine, meglio così; magari avrebbe scelto Due scapoli e una bionda e ci veniva proibita la rappresentazione anche di quello…