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Rassegna Stampa - RISATE AL 23° PIANO |
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10/04/2008 |
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“Risate al 23o piano”: un titolo, un programma! |
Recensione a cura di Elena Cignini
Si apre il sipario, passa un minuto e tra il pubblico si sentono le prime risate. È solo un’anticipazione di quello che sarà lo spettacolo “Risate al 23° piano”: ironico, divertente, vivo.
Un concentrato di battute che risuona nella stanza al 23° piano del palazzo sulla 57° strada di New York, dove si trovano i 6 autori del “Max Prince Show”.
È il 1953, la NBC vuole tagliare di mezz’ora il più grande spettacolo comico del momento, abbassarne la qualità e i costi. In altre parole vuole intromettersi nella gestione dello show, modificarlo, renderlo irriconoscibile. Che fare allora? Riuscirà la famosa emittente televisiva ad avere la meglio?
Nella stanza c’è grande agitazione, ma nonostante la difficoltà del momento gli autori non perdono la propria verve comica e la voglia di fare battute. Sono personaggi da manuale, tutti divertenti e dalla caratterizzazione ben delineata.
C’è il ragazzo “ultimo arrivato”, timoroso e incerto; le ragazze dalla battuta pronta e irriverente; lo straniero dall’accento russo con difficoltà di pronuncia; l’ipocondriaco che con le sue paure esagerate fa ridere di gusto il pubblico più volte; l’uomo di mezza età che verrà lasciato dalla moglie ma non perderà occasione per fare giochi di parole; il fumatore accanito affascinato dalle luci di Hollywood; la segretaria grassoccia sempre allegra che aspira a diventare autrice, ma ahimè, non ci riesce; e poi lui, Max Prince, interpretato da un bravissimo e poliedrico Claudio Insegno, vero mattatore della serata.
Max è irriverente, comico nelle parole e nei gesti, appassionato e vivace, mai scontato e sempre sopra le righe. È lui il protagonista dello show, ma sono gli amici-autori a far vivere il suo personaggio attraverso le battute che ogni settimana vengono proposte al 23° piano.
Passano le settimane e continuano i tagli al programma e ai costi, ma lo show è la loro vita, ridere e far divertire il pubblico una missione da perseguire fino a quando sarà possibile, nonostante le rigide logiche televisive di livellamento qualitativo dei programmi.
Gli autori e Max battibeccano, si prendono in giro e litigano, ma sono uniti e legati da un profondo affetto e stima reciproca. Possono ricordare un qualsiasi ufficio di autori, ma questo è ad alto tasso comico! Il pubblico gradisce perché in due ore e mezza di spettacolo non ci si annoia mai, e del resto attori e titolo sono tutto un programma…e allora perché non passare un po’ di tempo in compagnia del “Max Prince Show”?