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Rassegna Stampa - Cheek to cheek |
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25/04/2006 |
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Forum Rai.it (web) |
titolo articolo: |
Si ride perché è intelligente, si ride perché si lascia vivere. |
Siamo degli ebeti! Degli imbecilli! Siamo dei fanfaroni insicuri e
repressi, ingabbiati nel nostro flusso di coscienza che ci spinge ad
auto-motivarci parlando alla nostra immagine riflessa in uno
specchio; simuliamo ciò che non siamo, attraverso gesti, vestiti,
smorfie, per convincerci di possedere in noi la virilità del migliore
degli amanti, la potenza della più altisonante tra le personalità,
l’allure del più spettacolare tra i divi. Siamo anche, però, degli
inguaribili, buffi, teneri romantici che aspettano di poter
raccontare ai nostri nipoti, come i nostri nonni prima di noi, la più
coinvolgente, partecipata, totale, ma forse semplicemente la più
bella storia d’amore che ci potesse catturare.
Tutto questo, Marco
Cavallaro, giovane e apprezzato autore/attore siciliano, ce lo
afferma convinto in Cheek to Cheek, con la complice regia di Renato
Sannio. A volte ce lo sussurra nell’orecchio, con fare intimo e
dolce, a volte la sua sana vis comica glielo fa gridare con tutto il
fiato in corpo! Ha dimestichezza nel trattare in modo semplice e puro
i sentimenti che ci rendono vivi e imbastisce così il suo monologo
straripante sulle attese, le ambizioni, le possibili delusioni, che
ognuno di noi si pone quotidianamente prima di rendere reale una
conoscenza virtuale e si chiede come superarle; ci insinua,
attraverso la sua mediazione che ci investe e ci riflette come
un’ombra a mezzogiorno, dilemmi tragicomici sull’ adattarsi ai nuovi
rapporti tra i sessi, così sfuggenti e criptici. Sotto la parvenza di
uno spettacolo da cabaret ruffiano quanto basta per coinvolgere ma
non stravolgere lo spettatore, si assiste all’emergere del gioviale
talento di Marco Cavallaro, che profuma l’aria del Teatro Flaiano con
il suo charme fresco e verace e la sua faccia da cartoon bonaccione.
Si ride perché è intelligente, si ride perché si lascia vivere.
Claudio Salvati