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Rassegna Stampa
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30/11/2009 |
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UNA VOLTA NELLA VITA |
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Si sorride con la commedia “Una volta nella vita” |
Dopo il successo riscosso la passata stagione con la commedia intitolata "Pericolo di coppia", Marco Cavallaro è di nuovo in scena a Torino, dove ha portato lo spettacolo "Una volta nella vita", in programma al Teatro Gioiello fino all'8 dicembre prossimo. "Sono voluto tornare - spiega Marco Cavallaro - in questo teatro che ha sancito il successo del mio debutto teatrale torinese, avvenuto con "Pericolo di coppia", una commedia che ho tratto dagli scritti sulle esperienze matrimoniali elaborati da un avvocato-psicologo milanese. La pièce è piaciuta molto, tanto da risultare poi vincitrice, nell'estate del 2008, del Premio Charlot Giovani e da raggiungere le trecento repliche in tutta Italia".
"La seconda volta che sono approdato al teatro Gioiello - prosegue Cavallaro- è stato la scorsa primavera con la commedia di Neil Simon "Risate al 23esimo piano", che è stata accolta altrettanto favorevolmente dal pubblico torinese, probabilmente per la costante attualità dei temi trattati, tra cui la censura televisiva.
Ora con "Una volta nella vita" ho voluto affrontare, insieme a Andrea Pirolli, Lenni Lippi, Ignazio Raso e con Alfonso Liguori, una commedia scritta una quindicina di anni fa da Gianni Clementi e andata in scena per la prima volta a Roma.
Per questa commedia è stato coniato uno slogan piuttosto divertente, data l'ambientazione del lavoro teatrale in un obitorio: "Uno spettacolo che fa morire dal ridere!".
Un piccolo rapinatore romano, un bancario piuttosto logorroico falso marxista, un mago siciliano da strapazzo e una bella ragazza non sembrerebbero avere nulla in comune, se non il fatto di essere tutti morti. La scena si apre in un obitorio di un ospedale romano, dove quattro cadaveri sono sotto le lenzuola, in attesa dell'autopsia, ed avvertono , al risvegliarsi, il desiderio di scappare da quel luogo. I morti litigano, si riappacificano, inscenano una seduta spiritica, organizzata dal mago, cercando di capire in che modo siano finiti in quel luogo".
"Lo scopo della commedia- conclude Cavallaro- è quello di ironizzare sulla vita, ma anche sulla morte, fatto piuttosto raro, soprattutto mostrando i protagonisti capaci di sorridere sulla vita che fu, non senza una punta di umana commozione".
di Mara Martellotta